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fermomag 11

  • Editoriale – Marta Santacatterina
  • Un’imperatrice sola, e il suo assassino – Michela Alessandrini
  • Venini: la linea del vetro – Marta Santacatterina
  • Storie di mani: non solo un libro – Roberto Righi
  • Caccia Dominioni e Catilina, la seduta della nuova borghesia italiana – Petra Cason
  • Sua Maestà, il Porco: l’opera di Giulio Cesare Croce – Laura Dabbene
  • Alla ricerca di Corto Maltese – Laura Fornasari
  • Torino profuma di carta. Internazionale – Salvo Taranto
  • Gianni Berengo Gardin: dalla Mini Minor al Calendario 2017 della Polizia di Stato – Barbara Picci
  • Gli alieni, o un koala canterina, ci salveranno? – Lara Ferrari
  • Libri tra le macerie – Elide La Vecchia
  • Quel che resta di una guerra – Maddalena Bardin

Copertina di Nino Migliori

Editoriale di Marta Santacatterina

“Fermo, eppur si muove” è il claim di fermoeditore. Siamo una piccola realtà, ma ci stiamo muovendo, eccome! Dopo aver dato alle stampe Il cannone tuona continuamente, del quale vi abbiamo parlato nello scorso numero, ora apriamo questo nuovo fermomag con un’anteprima di un libro che uscirà a brevissimo per i nostri tipi: racconterà le vicende dell’assassino dell’imperatrice Elisabetta d’Austria, da tutti conosciuta come Sissi, la splendida sovrana di un impero che di lì a pochi anni si disgregò tragicamente. E tragica fu anche la sua morte, violentemente provocata da un italiano, un parmense: Luigi Lucheni, il quale, dai più definito anarchico, grazie alle ricerche di Corrado Truffelli risulta un personaggio complesso, che ebbe una vita sventurata e che ha lasciato testimonianze documentarie illuminanti sulle sue scelte scellerate e sulla Storia, quella d’Italia e d’Europa.
Ma, con sincero orgoglio, lasciatemi scrivere due parole sull’immagine di copertina, dove campeggia l’affascinante scatto dell’amico Nino Migliori. A prima vista il soggetto sembra una superficie astronomica, i cerchi paiono dei crateri, la luce pare universale, proveniente da un astro che ancora non si conosce. In realtà si tratta del tavolino di un pub di Londra e la foto dialoga idealmente con quelle che vi presentiamo nelle ultime pagine della rivista, opere di Giuliano Francesconi: in entrambi i casi gli autori sono partiti da oggetti quotidiani e ne hanno stravolto il significato, dando al contempo significato alla loro arte.
Il “tutti i giorni” è anche quel che sottende il lavoro di ciascuno, soprattutto se si tratta di un lavoro artigianale, che esige dedizione e disciplina, e che magari è un’attività in via d’estinzione… o forse no, visto che si stanno sempre più sviluppando progetti tesi a dare valore all’alto artigianato, a farlo riscoprire e rivivere, come fa il team di Italian Stories e come dimostra il loro libro intitolato, semplicemente, Mani. Scopritelo insieme a noi, fatene il vostro viaggio tra un’impiraressa e un lituaio, tra una legatrice e un fabbro artistico, e osservate le connessioni che si possono stabilire con l’impresa di Paolo Venini, con le purissime creazioni di Luigi Caccia Dominioni, con i disegni di Hugo Pratt, con le fotografie di Gianni Berengo Gardin.
Le righe di questa paginetta non mi consentono di presentarvi gli altri articoli, uno per uno: lascio a voi lo sfogliare la rivista e leggerli, gustarli, godervi le belle immagini che vogliono sempre essere un nostro punto di forza.
Questo è il numero 11, ma non crediate che la formula sia ormai consolidata: lo sguardo è ben diretto sulla strada che stiamo percorrendo, ma il terreno che calpestiamo riserverà a breve novità, contenuti speciali che teniamo in serbo già da un po’, sorprese che si manifesteranno al momento opportuno. E se gli auguri di rito sono ormai fuori tempo, siamo comunque a inizio gennaio: il 2017 sarà un lungo anno. Lasciatevi accompagnare da fermomag.

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