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GRUPPO ASTROFILI COLLECCHIO

Per realizzare il volume Astralia sono state utilizzate le immagini del Gruppo Astrofili Collecchio, cerchia di appassionati che ruota intorno alla figura di Alberto Zinelli, cultore di astronomia dal 1971 e già fulcro di un precedente gruppo parmense. Pochi ma buoni i membri, una decina in tutto; attività principale, la fotografia astronomica, più qualche iniziativa per il pubblico organizzata di recente.

Il primo scopo degli astrofili collecchiesi è dunque fotografare, una passione premiata da ottimi risultati nei concorsi ai quali hanno partecipato: per fare qualche esempio, arrivano primi nel 1988 al concorso nazionale Città di Forlì e primi nel 1996 al concorso nazionale di Lumezzane (Brescia) intitolato «Le mille facce della luna»; nel 1997 fanno l’en plein a Rocca Priora (Roma) aggiudicandosi sia il primo premio in due sezioni, colore e bianco e nero, sia il secondo posto. Oggi i membri più giovani tengono alto il nome del gruppo, con risultati lusinghieri, come un terzo posto conquistato nel 2008 al concorso nazionale sul profondo cielo dell’Unione Astrofili Italiani.

Sfruttando al massimo le poche occasioni che si presentano per ottenere buone immagini, gli astrofili spaziano fra i soggetti; le condizioni ideali per fotografare si verificano, infatti, solo dieci o quindici volte nell’arco di un anno, la media d’immagini “valide” ottenibili va da sette a dieci: differenziare i soggetti significa ampliare le possibilità.

L’attrezzatura comprende rifrattori apocromatici, al top della gamma sia per le riprese di profondo cielo sia per i pianeti e la luna, telescopi a specchio di grossa apertura, apparecchi fotografici normali con angolo di campo molto ampio – adatti a riprendere, per esempio la Via Lattea – o pellicole ipersensibilizzate in un gas speciale; alla moderna fotografia digitale si affianca talvolta la tradizionale pellicola, impiegata con profitto (lo testimonia un premio vinto nel 2008). Ma l’obbiettivo del Gruppo Astrofili Collecchio non è di vincere concorsi bensì di ottenere immagini a livello di astronomi professionisti: migliorare sempre e avvicinarsi il più possibile alla perfezione è il loro scopo, un obbiettivo che li spinge talvolta ad affrontare situazioni ambientali difficili e investimenti elevati.

Al di là dei dati tecnici c’è il “fattore umano”: il piacere di stare in gruppo, la coesione che nasce anche dalle difficoltà affrontate insieme – come una nottata di gelo per immortalare una cometa o un lungo viaggio per “catturare” un’eclissi. E ancora più in là c’è lo spirito, con le sue eterne domande: «l’astronomia non tocca la vita quotidiana ma ha molte implicazioni filosofiche, ci aiuta a essere umili», ammettono gli astrofili, e ricordano Platone quando afferma «l’astronomia costringe l'anima a guardare oltre e ci conduce da un mondo a un altro».

La ricerca non risponde alle domande ma ne crea di nuove: telescopi sempre più potenti non fanno che spostare sempre più lontano l’origine dell’Universo… e allora possiamo solo osservare, cercando di catturare tutta l’inquietante bellezza del cosmo.

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