Giallo canarino, total white e qualche sprazzo di nero, i suoi codici di riconoscimento. Lo stile è stravagante. È nei passaggi repentini che dal classicismo architettonico della facciata esterna s’immerge, internamente, in un modernismo nipponico dalla funzionalità estrema. E il nome poi! Come non poteva non chiamarsi Golly Bossy (scioglilingua casuale, traduzione di un impronunciabile croato, o slang americano?), dal rimando vagamente “teenager”, la nuova tendenza in fatto di ostelli?
Siamo in Croazia, a Spalato; esattamente nel centro storico della città. Qui un tempo sorgeva un grande magazzino. Una struttura lussuosa nello stile e nell’aplomb, finita vittima delle infauste vicende di guerriglia anni ‘90. Ma oggi è un’altra storia. È tempo di rinascita. Di rinnovamento. E come non puntare sul turismo per una città che naviga a filo d’acqua? Ecco così, a grandi linee, l’escalation che recentemente ha portato lo shopping mall cittadino nelle mani dello StudioUp di Zagabria per una ridefinizione della propria destinazione d’uso.
Oggi il Golly Bossy è altro. È un ostello di 29 camere (tutte con aria condizionata, bagno, asciugacapelli, doccia, connessione internet Wi-Fi gratuita e vista mare in alcuni casi), 138 letti, stanze comuni per ognuno dei piani dell’edificio. E ancora, anfiteatro, cabina dj, spazi sociali e sala da tè su ognuno dei piani. Sulla carta un progetto interessante, e per certi versi esemplare, specie se si tiene conto dei tempi di una ristrutturazione record – tre mesi circa – e di un budget contenutissimo.
Il palazzo, infatti, pur mantenendo le sue fattezze strutturali esterne e interne è stato completamente ridisegnato sulla base di uno stile urban-metropolitano. Spazi ampi e luminosi. Pareti a perdita d’occhio, stanze dalle numerazioni cubitali il cui significato sta fra le date storiche della città diocleziana; oltre ai “collegamenti ipertestuali” (data la presenza di scale, ascensori e scale mobili interconnesse) fra un piano e l’altro: questo lo scenario d’insieme che fa da guida all’esplorazione delle singole stanze. È qui che la mano dell’architetto si è fatta più incisiva in scelte votate fondamentalmente all’essenzialità e al minimalismo. Ogni angolo, spazio o altezza presunta è stata resa funzionale alla causa dei posti-letto determinando delle nette alternanze fra vuoti e pieni, addolcite solo dal richiamo del design. Un esperimento forte, di carattere, specie se si considera il contesto architettonico d’innesto su cui gravano i richiami estremizzati in puro stile giapponese. Un esperimento con cui, oggi, il Golly Bossy sta osando il rilancio del soggiorno in ostello nei confronti di un pubblico non più esclusivamente giovane.
A completare la ristrutturazione, il ristorante De Belly affacciato sul piazzale d’ingresso d’ispirazione mediterranea, con tanto di pavimentazione in chianche bianche e ulivi ornamentali, dove i sapori dei piatti, serviti anche all’aperto, affondano nella più ampia delle cucine internazionali.